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L’arte di litigare bene: il dialogo che salva le relazioni

Litigare non è un fallimento, ma un modo – a volte imperfetto, ma sincero – per dire all’altro “ci tengo a te”. La psicologia ci insegna che non è l’assenza di conflitti a rendere solida una relazione, ma la capacità di affrontarli con rispetto, ascolto e autenticità. Perché nelle relazioni familiari, di coppia e affettive, il vero benessere non nasce dall’evitare lo scontro, ma dal saperlo attraversare insieme.
In molte relazioni di coppia, il litigio è vissuto come un segnale di crisi. Si tende a pensare che due persone davvero compatibili debbano andare sempre d’accordo, vivere in sintonia e non dover mai discutere. Ma la psicologia contemporanea suggerisce una prospettiva diversa: le coppie che non litigano mai, spesso, sono quelle più esposte al rischio di separazione.
Secondo John Gottman, uno dei maggiori studiosi al mondo delle dinamiche di coppia, non è la frequenza dei litigi a compromettere un legame, ma il modo in cui il conflitto viene affrontato. Le coppie che riescono a confrontarsi apertamente, con rispetto e disponibilità all’ascolto, sviluppano relazioni più stabili e durature. Litigare, quindi, non è un segno di debolezza, ma un’indicazione di vitalità relazionale. Al contrario, l’assenza totale di scontri può essere il sintomo di un disinvestimento emotivo, della paura di ferire o della tendenza ad evitare qualunque confronto.
Spesso, infatti, dietro il mito della “coppia perfetta” che non litiga mai, si nascondono silenzi carichi di frustrazione, bisogni inespressi o rinunce continue. Come sottolinea lo psichiatra Luigi Cancrini, le modalità con cui affrontiamo – o evitiamo – il conflitto sono spesso influenzate dai modelli relazionali appresi nella nostra infanzia. Chi ha interiorizzato l’idea che litigare sia pericoloso o distruttivo tenderà a sopprimere la propria voce pur di mantenere un’apparente armonia. Ma ciò che non viene espresso non scompare: si accumula, si stratifica e, col tempo, logora la relazione.
La psicoterapeuta Umberta Telfener, tra i principali esponenti della terapia sistemico-relazionale in Italia, invita a leggere i conflitti come momenti chiave di evoluzione del legame. Non si tratta di eventi da evitare, ma di occasioni preziose per ridefinire i significati, negoziare i confini e rafforzare la connessione emotiva. Anche Vittorio Guidano, noto per il suo approccio post-razionalista, sosteneva che le relazioni affettive profonde contribuiscono alla costruzione dell’identità personale. In questo senso, litigare diventa un modo per riaffermare se stessi all’interno del legame, senza rinunciare alla relazione.
Naturalmente, non tutti i litigi sono costruttivi. Ci sono conflitti distruttivi, dominati da rabbia cieca, insulti, manipolazioni. Ma esiste anche il conflitto evolutivo, quello che nasce da un bisogno autentico e si nutre del desiderio di comprensione reciproca. Le coppie più forti non sono quelle che non litigano, ma quelle che imparano a farlo bene: con rispetto, lucidità, capacità di esprimere le emozioni senza ferire.
Nella nostra cultura, spesso ossessionata dalla pace apparente, è fondamentale riscoprire il valore del confronto. Le relazioni più sane non sono quelle senza problemi, ma quelle che sanno affrontarli insieme. Il vero pericolo non è litigare, ma smettere di parlarsi. Perché quando non ci si confronta più, si smette anche di costruire qualcosa in due.

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