di Sergio Chisari
L’approccio della medicina convenzionale e quello della medicina naturale si differenziano per molti aspetti, a partire dai principi di base su cui si fondano.
il punto di forza della medicina convenzionale è l’efficacia rapida e verificabile. Tuttavia, l’uso prolungato di farmaci sintetici non è esente da rischi, come la resistenza batterica o gli effetti collaterali.
La medicina naturale punta sulla prevenzione e il riequilibrio del corpo e la mente mediante l’assunzione di sostanze carenti in un determinato momento della vita. La filosofia di fondo è che il corpo possiede una naturale capacità di guarire e che le malattie siano il risultato di uno squilibrio interno quindi l’obiettivo non è solo trattare i sintomi, ma identificare e correggere le cause sottostanti del problema.
Un esempio classico è il sistema endocannabinoide (SEC) la cui disfunzione produce una serie di patologie anche gravi che hanno come comune denominatore, l’infiammazione.
L’ECS contribuisce all’omeostasi del corpo, ovvero la capacità di un organismo di autoregolarsi e mantenere l’equilibrio. Contribuisce alla regolazione di una grande varietà di processi sia fisiologici che cognitivi, come l’appetito, la sensazione di dolore, il piacere, l’umore, il sonno, ecc.
Il sistema endocannabinoide interagisce quindi modulando i vari sistemi del corpo umano come il sistema nervoso, il sistema immunitario e il sistema endocrino.
Questo sistema come una macchina è composta da tre elementi:
1) i cannabinoidi, che possono essere sia endogeni (endocannabinoidi), sia esogeni (fitocannabinoidi), presenti in natura in diverse piante, ma soprattutto nella Cannabis.
Sono le molecole che trasmettono segnali e informazioni alle altre cellule presenti nel corpo umano come dei veri “messaggeri” che regolano l’omeostasi corporea.
I cannabinoidi possono essere di due tipi:
i cannabinoidi endogeni o endocannabinoidi: presenti all’interno del nostro organismo, sono piccole molecole segnale che attivano i recettori e derivano da un acido grasso polinsaturo, l’acido arachidonico. come Il 2-arachidonoilglicerolo, (2-AG) e l’Anandamide.
Quelli che provengono dall’esterno o esocannabinoidi si trovano nella pianta di cannabis sativa.
Due dei più noti esocannabinoidi sono il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD).
2) i recettori cannabinoidi, l’elemento necessario per questa trasmissione sono distribuiti in vari sistemi e nella membrana cellulare del nostro corpo, si dividono in due tipologie fondamentali:
recettori CB1: presenti esclusivamente a livello centrale (cervello e midollo spinale) a confermare l’importante ruolo nella modulazione della neurotrasmissione in specifiche sinapsi. Il recettore CB1 è direttamente coinvolto nei circuiti del piacere, fra cui l’appetito. Il ruolo principale di questo recettore nel cervello infatti, è quello di regolare il rilascio di neurotrasmettitori come la serotonina, la dopamina e il glutammato;
recettori CB2: tendenzialmente presenti maggiormente a livello periferico come organi parenchimali e apparati in particolare nella milza, nelle tonsille e nelle cellule del sistema immunitario.
Il CBD si lega ai recettori CB1 e CB2 e agisce lì dove avviene uno squilibrio, anche nel sistema immunitario, e aiuta a ripristinare l’equilibrio iniziale. È per questo motivo che l’azione indiretta del CBD sul sistema immunitario può portare a un “innalzamento delle difese” o, al contrario, a una sua parziale soppressione nel caso, ad esempio, delle malattie autoimmuni: alterazioni del sistema immunitario che scatenano risposte immuni anomale a discapito dell’organismo.
Studi odierni ipotizzano un possibile ruolo dei recettori CB2 per supportare il dolore neuropatico. Infatti sembra che la stimolazione di tali recettori induca un rilascio di oppioidi endogeni come ad esempio le β-endorfine dai cheratinociti, con effetto globale “analgesico”.
3) gli enzimi, le proteine che permettono a livello tecnico la comunicazione tra cannabinoidi e recettori endocannabinoidi.
Il CBD ( Cannabidiolo ) agisce nel nostro organismo attraverso il sistema endocannabinoide (ECS), che opera per mantenere l’omeostasi nel nostro organismo interagendo con i recettori cannabinoidi CB1 e CB2 presenti nel sistema e agisce lì dove avviene uno squilibrio, anche per esempio nel sistema immunitario, ripristinando l’equilibrio iniziale. È per questo motivo che l’azione indiretta del CBD sul sistema immunitario può portare a un “innalzamento delle difese” o, al contrario, a una sua parziale soppressione nel caso, ad esempio, delle malattie autoimmuni: alterazioni del sistema immunitario che scatenano risposte immuni anomale a discapito dell’organismo.
Il CBD, che ricordiamo essere privo di effetti psicotropi (a differenza del THC) agisce indirettamente sui recettori del sistema endocannabinoide e non agisce su una particolare patologia ma è una sostanza “regolatrice” del nostro sistema endocannabinoide.
In sostanza, nel momento in cui si attua uno squilibrio o uno scompenso nel sistema endocannabinoide, la modulazione sostenuta dal cannabidiolo (CBD) che agisce, ad esempio, sul sistema immunitario o indirettamente su un processo infiammatorio tende a ripristinare l’equilibrio originario.
Il cannabidiolo (CBD) comporta quindi di una modulazione indiretta di una alterazione del sistema endocannabinoide umano provocata da patologie o traumi.
Le proprietà benefiche del CBD sono diverse (antifiammatorie, neuromodulanti ed immunostimolanti) in gran parte sostenute sia dalle ricerche scientifiche sia dalle testimonianze di chi lo assume.
Di seguito le specialità mediche d’interesse:
TERAPIA DEL DOLORE: dolore acuto e cronico sia benigno sia oncologico. Dolore neuropatico, Cefalee (muscolo-tensive e catameniali), algie facciali atipiche, Neuropatie periferiche e centrali. Recenti studi indicano la sua azione centrale inibente la memorizzazione del dolore.
NEUROLOGIA: Spasticità da Sclerosi Multipla, forme di epilessia infantile ( Sindrome di Dravet e Sindrome di Tourette ), Neuropatia Diabetica , Sindrome di Arnold-Chiari, SLA , Parkinson, Long Covid
PSICHIATRIA: : ansia, stress , disturbo dell’addormentamento e del sonno, Disturbi alimentari di natura psichiatrica, Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), disturbo bipolare, demenza senile, Malattia di Alzheimer, Agorafobia, disassuefazione da alcol e nicotina
REUMATOLOGIA: Artrite reumatoide, Artrite psoriasica, Artrosi, Fibromialgia, Lupus eritematoso sistemico, Polimialgia reumatica, Sjögren
GINECOLOGIA: Ciclo mestruale doloroso, Endometriosi, Sindrome premestruale, Vaginite , Vulvodinia, patologie dolorose del pavimento pelvico, disturbi della menopausa.
ONCOLOGIA: Tumori solidi, Leucemie e linfomi, Effetti collaterali da chemioterapici e radioterapia , Cure palliative
GASTROENTOROLOGIA: Dispepsia, Morbo di Crohn , Nausea e Vomito , Colite ulcerosa, Sindrome dell’intestino irritabile, Dolore addominale cronico, Stipsi cronica.
UROLOGIA: Adenoma prostatico, infezioni croniche delle vie urinarie.
DERMATOLOGIA: Psoriasi, acne, coadiuvante post fototerapia, eczema, dermatiti (allergiche da contatto, atopiche, steatosiche), idrosadenite suppurativa, prurito, e manifestazioni cutanee della sclerosi sistemica.
OTORINOLARIGOIATRIA: Acufeni, infiammazioni croniche dell’orecchio interno
PNEUMOLOGIA: Riacutizzazioni da BPCO, asma bronchiale allergico.
ALLERGOLOGIA: patologie allergiche immunomediate.
OCULISTICA: Glaucoma.
CARDIOLOGIA: Ipertensione.
Si tratta di un principio attivo sicuro anche dal punto di vista degli effetti collaterali e Il suo utilizzo, su prescrizione rigorosamente medica, è possibile sia per via orale, sublinguale e topica, osservando una titolazione molto attenta per non creare effetti avversi spiacevoli che potrebbero inficiare la terapia.
La maggior parte delle estrazioni da fiori e foglie dalla Canapa vengono effettuate con procedimenti oramai standardizzati e precisi che consentono di rimuovere la componente psicotropa, il THC (illegale) e isolare il CBD al 99% insieme a tutte le sostanze come flavonoidi, terpeni, cere, ecc che attive servono a potenziare l’effetto terapeutico del CBD (effetto entourage ).