Il Codacons, tramite la Task Force Sanità, composta da un team di medici e avvocati specializzati, denuncia un caso emblematico di cattiva organizzazione della sanità pubblica.
Una consumatrice si è rivolta all’associazione dei consumatori per segnalare un fatto gravissimo: nonostante sia stata operata per un tumore al seno a maggio di quest’anno e abbia successivamente affrontato cicli di radioterapia, le è stata prenotata una ecografia al seno di controllo presso l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania solo per gennaio 2026, ben oltre i tempi necessari per i controlli semestrali indispensabili per monitorare la sua condizione di salute.
L’ecografia di controllo è un esame fondamentale per i pazienti oncologici, in quanto consente di verificare tempestivamente l’evoluzione della condizione clinica e di prevenire eventuali recidive. Tempi di attesa così lunghi rappresentano una grave violazione del diritto alla salute e mettono a rischio la vita delle persone.
Il Codacons ha assicurato che si attiverà immediatamente per contattare l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania al fine di comprendere le ragioni di un’attesa così lunga e inaccettabile. È necessario chiarire se si tratta di un problema organizzativo o strutturale e, soprattutto, trovare soluzioni rapide per garantire un accesso tempestivo agli esami diagnostici fondamentali per i pazienti oncologici.
Il Codacons chiede con urgenza un intervento delle autorità sanitarie e delle istituzioni competenti affinché vengano garantiti tempi di attesa compatibili con le esigenze di salute dei cittadini: “Invitiamo tutti i consumatori che vivono situazioni simili a segnalare i propri casi alla Task Force Sanità del Codacons scrivendo all’indirizzo email taskforcesanita@gmail.com. Ogni segnalazione ci aiuterà a monitorare e denunciare le criticità del sistema sanitario per promuovere interventi concreti e migliorare la tutela del diritto alla salute. La sanità deve essere un diritto accessibile e garantito per tutti. Non possiamo accettare che casi come questo si ripetano, mettendo a rischio la vita dei pazienti”.