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Lo stato di salute del Servizio Sanitario Nazionale fotografato dalla Fondazione Gimbe

di Bruno Messina

Il 7° Rapporto della Fondazione GIMBE sul Servizio Sanitario Nazionale mette in evidenza tutta le emergenze del sistema. In particolare, è palese il de-finanziamento effettuato. D’altra parte, dal 2010 al 2024 il Fondo Sanitario Nazionale è aumentato solo marginalmente, con tagli significativi pre-pandemia e utilizzo dei fondi COVID-19 senza miglioramenti strutturali. La spesa sanitaria pubblica pro capite è inferiore di 889 € rispetto alla media UE, e contemporaneamente si assiste ad un aumento dei costi per le famiglie. Difatti, nel 2023 la spesa sanitaria diretta delle famiglie è cresciuta del 10,3%, e milioni di persone hanno rinunciato alle cure per motivi economici. Analogamente vi è un calo della spesa per la prevenzione, che si è ridotta del 18,6% nel 2023, aggravando così la mancanza di interventi preventivi a lungo termine. In merito, poi, al personale sanitario, si assiste ad un vero e proprio esodo di medici e infermieri. Oltre 11.000 medici hanno lasciato il SSN dal 2019 al 2022. Gli infermieri, già insufficienti (6,5 ogni 1.000 abitanti rispetto alla media OCSE di 9,8), continuano a diminuire per la scarsa attrattività della professione. E se ciò non bastasse quelli che “resistono” operano in condizioni critiche, poiché turni massacranti, retribuzioni basse e violenze crescenti stanno minando la motivazione di questi operatori sanitari. Inoltre, dal punto di vista geografico, il rapporto mostra tutte le disuguaglianze tra le varie regioni d’Italia, in quanto solo 13 regioni rispettano i livelli essenziali di assistenza (LEA). La Puglia e la Basilicata, come si vede nella figura in basso, sono le uniche regioni promosse al Sud, anche se in posizioni di coda. Pertanto, al Sud la sanità pubblica è gravemente penalizzata, con una crescente migrazione sanitaria verso il Nord, e tra l’altro le regioni meridionali hanno accumulato un deficit sanitario di 10,96 miliardi di euro nel decennio 2012-2021. Sicché l’impatto economico è significativo. Insomma, sono necessari interventi strutturali ed un vero e proprio cambio di passo, perché, soprattutto nelle regioni del Sud, il servizio sanitario è in agonia.

Bruno Messina

Avvocato, Presidente del Codacons Siracusa, Vice Presidente Codacons Sicilia

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