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Il Guaio della quota capitaria

Premessa per i non addetti ai lavori: cos’è la quota capitaria?

La quota capitaria è quella componente degli emolumenti del Medico di Medicina Generale che lo stesso percepisce mensilmente per ogni paziente che lo ha scelto.

Perché è un guaio?

A mio avviso perché non rende il Medico libero di svolgere pienamente la professione secondo scienza e coscienza e quindi nell’interesse della salute del paziente e del corretto utilizzo delle risorse. Il Medico è ricattabile. Non assecondi le mie richieste ed io ti revoco. Quella del Medico di famiglia è una figura anomala nel contesto del Sistema Sanitario. Il rapporto di convenzione, per come è strutturato, è un ibrido: non siamo dipendenti ma neanche pienamente liberi professionisti. Abbiamo i doveri dei dipendenti ma non i diritti. Il tutto pone questa figura professionale, che in teoria dovrebbe essere il fulcro dell’Assistenza Sanitaria Pubblica, in una condizione di subordine rispetto alle altre che fanno parte del Sistema. Facilmente intuibile come ciò crei conflittualità con i pazienti e con i colleghi delle altre branche.

La soluzione? Una dipendenza attrattiva per i giovani Medici sia dal punto di vista remunerativo, della dignità professionale e della sicurezza nel posto di lavoro.

A chi è contrario ed adduce le più svariate motivazioni, tra cui il fatto che si perderebbe il cosiddetto rapporto fiduciario tra medico e paziente rispondo che nel terzo millennio le favole purtroppo non vanno più di moda.

Il Medico è un professionista ed essere tale non implica necessariamente la perdita del senso di umanità e della dedizione verso il prossimo.

A questo punto ben vengano le Case di Comunità con all’interno Medici di diverse branche dipendenti ma adeguatamente retribuiti e supportati. Nell’immediato i costi potrebbero sembrare eccessivi rispetto alle disponibilità, ma nel medio e lungo termine si risparmierebbe moltissimo ponendo un freno agli sprechi riducendo, per esempio, notevolmente le prescrizioni ed i conseguenti esami inappropriati, spesso, anche se non esclusivamente, frutto della ricattabilità del MMG.

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