Questa notte Bruno Giammusso ci ha lasciati dopo una dolorosa e spietata malattia. Aspettavano purtroppo questo momento da tempo, ci sentivamo impotenti, rassegnati ma forse pronti a gestire il dolore della sua perdita. E invece non lo siamo affatto ed essere medici e conoscere e combattere la morte ogni giorno ci aiuta quasi niente. Bruno Giammusso è stato un medico eccellente, amato e rispettato da tutti. Elegante, sobrio, signorile sia nei rapporti umani che nella professione, aveva la capacità di catturare l’attenzione sempre, ma senza mai essere ingombrante. Il suo eloquio era raffinato ma nello stesso tempo concreto, riuscendo ad adattarsi a tutti i contesti. Ma il tratto che oggi voglio ricordare di lui è la gentilezza, una straordinaria gentilezza. Essere gentili oggi è difficile: occorre autocontrollo, autorevolezza, autostima e lui aveva tutto ciò. Diceva Schopenhauer che la gentilezza è una preoccupazione genuina e profonda per gli altri, la comprensione di sé e degli altri specie di fronte a fallimenti e sofferenze. In un mondo frenetico e competitivo, che ci rende freddi e autocentrati su noi stessi, essere gentili è una virtù incommensurabile. Bruno ci ha allenati alla gentilezza, ci ha fatti crescere tutti con il suo esempio. Salutare, sorridere, essere predisposti al dialogo, essere sempre e comunque educato erano le sue armi in questo nostro mondo difficile. Era impossibile non volergli bene e sempre gliene vorremo. Ora il pensiero e un abbraccio fortissimo va alla moglie Elena e ai figli Giuliano e Gianmarco, la sua splendida famiglia di cui era tanto innamorato e orgoglioso. Grazie di tutto Bruno, grazie di esserci stato amico, sarai sempre nei nostri ricordi.
Bruno Giammusso ci ha lasciati
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