di Vincenzo Piso e Mattia Alletto
A proposito di Assistenza Domiciliare Integrata ai pazienti fragili si auspica nuovamente che fosse possibile giungere ad una soluzione per ridurre i tempi di attivazione. L’ADI è affidata ad organizzazioni convenzionate con le Aziende Sanitarie che non possono avviare gli accessi al domicilio del paziente se non prima autorizzate ed è proprio in questo passaggio che la burocrazia fa inceppare il meccanismo con tempi che si allungano di settimane. Dal confronto tra alcuni Medici di Medicina Generale ed i Colleghi che lavorano per le organizzazioni che si occupano del servizio viene una proposta: nel momento in cui il MMG o la struttura ospedaliera ritiene necessaria per un paziente l’assistenza a domicilio ci si potrebbe rivolgere direttamente, previa scelta da parte del paziente o del caregiver ad una di queste organizzazioni, che del resto sono già ritenute idonee dalla Azienda Sanitaria, ed avviare in tempo reale l’assistenza. L’ASP potrebbe esercitare i suoi controlli nel corso dell’attività ed ovviamente se dovesse rilevare delle anomalie dovrebbe poter prendere provvedimenti nei confronti dell’erogatore, primo fra tutti non remunerarne la prestazione. Questa soluzione porterebbe sicuramente l’erogatore a valutare attentamente il caso clinico prima di avviare l’assistenza al paziente e sarebbe garanzia di cure adeguate. La collaborazione tra le varie figure professionali che intervengono nell’assistenza a domicilio dei pazienti fragili è possibile e può sicuramente essere incentivata. È fondamentale snellire le procedure che sicuramente interferiscono sulla quantità, qualità e celerità delle prestazioni.